LA PARROCCHIA

La parrocchia di San Zaccaria ha 1487 abitanti e si estende nel sestiere di Castello dall'anagrafico 4156 al 5056, dal 5072 al 5171, dal 5250 al 5252 e comprende l'isola di San Giorgio. Nel territorio vi sono anche la chiesa di San Giovanni Novo (chiusa da dieci anni), la chiesa di San Giorgio Maggiore, il museo Sant'Apollonia, l'archivio del Patriarcato, l'istituto salesiano "San Giorgio" e la fondazione Giorgio Cini.

Parroco della chiesa è oggi Monsignor Carlo Seno, nato a Venezia nel 1935 ed ordinato sacerdote nel 1958. É a San Zaccaria da cinque anni. Laureato in Lettere a Padova e licenziato in liturgia per volontà del Cardinal Luciani, Mons. Seno è stato cappellano a San Polo per un anno, vicerettore e direttore spirituale del seminario. In passato ha svolto servizio nelle parrocchie di Sacca Fisola, a Catene di Marghera e a Trivignano. Attualmente insegna lettere, teologia fondamentale e liturgia.

LA CHIESA

Passando sotto il caratteristico sotoportego dalla Riva degli Schiavoni si entra nel tranquillo campo di San Zaccaria . A destra dell'attuale chiesa lo sguardo volge alla facciata in cotto dell'antica chiesa e ancora più in là si nota un fabbricato con due arcate a tutto sesto, ora denominato Scoletta San Zaccaria e adibito a sede di eventi culturali, ma un tempo solenne ingresso al famoso Monastero che presentava due ariosi chiostri cinquecenteschi (attualmente Caserma dei Carabinieri). La costruzione della chiesa fu iniziata dall'architetto Antonio Gambello nel 1460 e portata a compimento da Mauro Codussi. Come accennato, essa sorge accanto alla più antica Chiesa romanica (ora museo) trasformata in stile gotico nel 1400 e costruita su fondazioni che risalgono al IX secolo. Infatti, già nell'829 esisteva nel territorio un fiorente Monastero di monache Benedettine e una chiesa dedicata a San Zaccaria , le cui reliquie erano giunte da Costantinopoli nell'827. L'imponente facciata è uno degli esempi più tipici e cospicui della Rinascenza veneziana, in cui il Codussi amplifica e rende monumentale il concetto inizialmente svolto a San Michele, costruendo i vari corpi soprastanti, a cominciare dalla zona delle nicchiette cieche fino a culminare nell'arco terminale. L'interno è a tre navate, il soffitto è a volta a crociera, con cupola emisferica sopra l'altare maggiore. La chiesa conserva tele di Antonio Zanchi, Andrea Vassillacchi, Jacopo Palma il Giovane, Giovanni Bellini, Nicolò Bambini, Giambattista Bissone, Jacopo Tintoretto, Antonio Balestra del Fumiani e del Pellegrini e opere di Alessandro Vittoria, di cui si può ammirare anche il monumento funebre cominciato dallo stesso scultore e portato a termine dal cognato. Nella chiesa sono custodite le urne che contengono il corpo di San Zaccaria e di Sant'Atanasio, patriarca di Alessandria d'Egitto e Dottore della Chiesa. Le modifiche che nei secoli hanno trasformato il territorio non hanno però mutato lo spirito con il quale è stata costituita la parrocchia di San Zaccaria : quello di creare un clima di accoglienza e di favorire l'incontro tra le persone che vivono isolate.

Il territorio presenta gli stessi problemi che l'intera città soffre: ci sono poche famiglie giovani e molti anziani, tante seconde case e appartamenti sfitti, innumerevoli attività commerciali e spazi adibiti a uffici. In questo clima di "individualismo" la parrocchia si pone l'obiettivo di favorire uno spirito comunitario più vivo e familiare e aiutare le persone a seguire un cammino di fede proprio attraverso l'ascolto della parola di Dio, la celebrazione, la catechesi e la preghiera. "Condurre le persone all'ascolto del Vangelo significa aprirle alla carità - spiega il parroco, mons. Carlo - pensan do che facciamo sempre troppo poco rispetto a ciò che potremmo fare, non tanto dal punto di vista economico quanto di partecipazione personale ai bisogni degli altri". Proteggere, aiutare, condurre. Questo il fine che mons. Carlo si è prefissato quando cinque anni fa è sbarcato a San Zaccaria con la voglia di rispondere al grande bisogno di incontrarsi e conoscersi che leggeva nei volti delle persone. E in questi cinque anni la risposta ai tanti sforzi ha avuto un riscontro positivo e ha portato dei buoni frutti in una comunità che è aperta alla condivisione, alla carità e all'amore.L'impegno di base della parrocchia sta soprattutto nell'insegnamento della catechesi, la quale viene svolta da una decina di catechisti che seguono con entusiasmo e serietà una ottantina di bambini, dalla prima elementare alla terza media. Positivo è il fatto che in parrocchia gravitano -sebbene esigui- due gruppi giovani: uno è composto dai ragazzi che frequentano le superiori e uno da quelli che stanno per entrare nel mondo universitario. Inoltre, sempre nell'ambito della catechesi, ci sono un gruppo giovani-adulti, un gruppo adulti che si ritrova con scadenza quindicinale, così come il gruppo d'ascolto che si incontra per l'ascolto del Vangelo. Il gruppo anziani si riunisce una volta al mese per un incontro formativo e ricreativo. In parrocchia non esiste un vero e proprio gruppo organizzato per la carità, ma esistono molti volontari che si occupano in primo luogo dell'assistenza agli ammalati e di raccogliere le offerte destinate alle missioni, ai poveri della città e agli istituti della diocesi. Infatti, un paio di volte all'anno vengono organizzati dei mercatini per raccogliere soldi a scopo benefico: i parrocchiani di San Zaccaria sono molto generosi, per cui spesso si cerca di aiutare anche materialmente chi si trova in difficoltà.

Le messe sono animate da due gruppi di canto: uno è composto da bambini e anima la messa con vari canti conosciuti anche dall'assemblea; l'altro, diretto dal parroco, è un gruppo di canto gregoriano che si ritrova una volta alla settimana e che si esibisce abbastanza frequentemente.

Quest'anno, un gruppo di signore della parrocchia ha deciso di incontrarsi per confezionare dei fiori di perle da vendere nei mercatini parrocchiali, il cui ricavato va in beneficenza; un'iniziativa che ha una doppia valenza: aiutare gli altri e combattere la solitudine.

La festa più importante per la parrocchia è quella del Santo Cristo , che si celebra la terza domenica di settembre e ricorda l'annuale visita che, ai tempi della Serenissima, il Doge faceva al monastero. La festa è organizzata da un gruppo di persone che si occupano anche del premio Giovanni XXIII°, che consiste in una medaglia d'oro attribuita a qualcuno che si distingue nel territorio per la carità. Alla celebrazione liturgica partecipano le autorità locali e il sindaco (o il rappresentante delegato), il quale porta un dono alla chiesa in ricordo del dono che il Doge offriva alle monache. Durante la liturgia solenne vi è poi la consegna del premio Giovanni XXIII° con motivazione dei meriti.

LA VISITA

La chiesa si può visitare dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.

LE MESSE

La Santa Messa prefestiva è alle 18.30, quella festiva alle 10, 12 e alle 18.30. Prima della Messa delle 18.30 viene quotidianamente recitato il Rosario, che inizia alle 18.05 e viene seguito in modo costante da un buon numero di fedeli.

Manuela Lamberti da "Il Gazzettino" del 18 agosto 2002

 

 

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