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Tra Liturgia e Musica

Concerto di Natale

ACCADEMIA VOCALE DI VENEZIA
ORCHESTRA SYMPHONIA VENEZIANA
Direttore MARIO MERIGO

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Chiesa di San Zaccaria - Venezia

Domenica 21 dicembre 2003 - ore 16:15

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Antonio Vivaldi

Credidi propter quod locutus sum

Salmo 115 - RV 605

per coro a 5 voci miste ed orchestra

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Antonio Vivaldi

Dixit Dominus

Salmo 109 - RV 594

per soli, 2 cori e due orchestre

 

Commento di

Mons. Carlo Seno

 

Note introduttive
 
I Testi
 
La chiesa di San Zaccaria in Venezia

La versione vivaldiana del Salmo del Vespro "Credidi propter quod locutus sum" RV605, per cinque voci raddoppiate da strumenti è una nuova versione di una melodia che dà la prova della abilità nello stile neo-palestriniano di A. Vivaldi. L' estatica parte omofonica in la minore che inizia con le parole "Calicem salutaris…" è comunque completamente originale

Il salmo 109 "Dixit per due cori" doveva essere destinato a qualche grande solennità per il gran impiego dei mezzi. L'autore, evidentemente contava sulle possibilità offerte dalla disposizione contrapposta di due cori. Solitamente tali grandi opere erano precedute da "Introduzioni", vere imprese virtuosistiche vocali e strumentali, di cui l'Autore ci lascia per il "Gloria", il "Miserere" ed il "Dixit". Il testo del Salmo è diviso in dieci numeri, chiaramente distinti per organico e per metro, dai quali si evince la grande maestria di Vivaldi nella trattazione delle voci sia soliste che corali. Le otto voci cantano sia all'unisono che per melodie contrapposte. Nel "Donec" compaiono entrambe le scritture. Nel "Judicabit" gli interventi si fanno drammatici, mentre, in totale contrapposizione, nel "Sicut erat" si odono le semplici melodie del Cantus Firmus, mentre intorno ad esso si muovono vivaci figurazioni virtuosistiche. Tutto ciò richiede ai solisti, oltre ad una tecnica completa, anche e soprattutto, di saper rendere le fioriture espressivamente credibili ("Dominus a dextris tuis"- duetto per tenore e basso - l'Aria "De Torrente). Vivaldi fa splendido uso dell'eco sia per le due orchestre che per i cori contrapposti come nel "Judicabit" che inizia con un duetto di trombe. Cosi' le due voci del duetto "Virgam Virtutis Tuae" dove le due interpreti richiamano splendide melodie. Notevole l'introspezione resa dal brano "Tecum principium" per contralto .

 

CREDIDI PROPTER QUOD LOCUTUS SUM SALMO 115

Credidi propter quod locutus sum: ego autem humiliatus sum nimis. Ego dixi in excessu meo: Omnis homo mendax. Quid retribuam Domino, pro omnibus quae retribuit mihi ? Calicem salutaris accipiam: et nomen Domini invocabo. Vota mea Domino reddam coram omni populo eius: pretiosa in conspectu Domini mors sanctorum eius. O Domine quia ego servus tuus [sum], et filius ancillae tuae. Dirupisti vincula mea, tibi sacrificabo hostiam laudis, et nomen Domini invocabo. Vota mea Domino reddam in conspectu omnis populi eius: in atriis domus Domini: in medio tui Jerusalem. Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.

DIXIT DOMINUS - SALMO 594

Dixit Dominus Domino meo: sede a dextris meis. Donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum. Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion: Dominare in medio inimicorum tuorum! Tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus Sanctorum ex utero ante luciferum genui te. Juravit Dominus et non paenitebit eum: Tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech. Dominus a dextris tuis: Confregit in die irae suae reges. Judicabit in nationibus, Implebit ruinas conquassabit capita in terra multorum. De torrente in via bibet, propterea exaltabit caput. Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.

 

 

Passando sotto il caratteristico sotoportego dalla Riva degli Schiavoni si entra nel tranquillo campo di San Zaccaria . A destra dell'attuale chiesa lo sguardo volge alla facciata in cotto dell'antica chiesa e ancora più in là si nota un fabbricato con due arcate a tutto sesto, ora denominato Scoletta San Zaccaria un tempo solenne ingresso al famoso Monastero che presentava due ariosi chiostri cinquecenteschi. La costruzione della chiesa fu iniziata dall'architetto Antonio Gambello nel 1460 e portata a compimento da Mauro Codussi. Come accennato, essa sorge accanto alla più antica Chiesa romanica (ora museo) trasformata in stile gotico nel 1400 e costruita su fondazioni che risalgono al IX secolo. Infatti, già nell' 829 esisteva nel territorio un fiorente Monastero di monache Benedettine e una chiesa dedicata a San Zaccaria , le cui reliquie erano giunte da Costantinopoli nell'827. L'imponente facciata è uno degli esempi più tipici e cospicui della Rinascenza veneziana, in cui il Codussi amplifica e rende monumentale il concetto inizialmente svolto a San Michele, costruendo i vari corpi soprastanti, a cominciare dalla zona delle nicchiette cieche fino a culminare nell'arco terminale. L'interno è a tre navate, il soffitto è a volta a crociera, con cupola emisferica sopra l'altare maggiore. La chiesa conserva tele di Antonio Zanchi, Andrea Vassillacchi, Jacopo Palma il Giovane, Giovanni Bellini, Nicolò Bambini, Giambattista Bissone, Jacopo Tintoretto, Antonio Balestra del Fumiani e del Pellegrini e opere di Alessandro Vittoria, di cui si può ammirare anche il monumento funebre cominciato dallo stesso scultore e portato a termine dal cognato. Nella chiesa sono custodite le urne che contengono il corpo di San Zaccaria e di Sant'Atanasio, patriarca di Alessandria d'Egitto e Dottore della Chiesa

         
 
 

 


Si ringrazia Mons. Carlo Seno - Parroco di San Zaccaria